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Le poesie del Premio Mino Maccari

Poesie 2004

Irrespirabile

troppo stretto
nel mondo piccino
ambiguo e ingannevole
dell' apparire

i beni che ho dentro
restano li
nascosti, nudi e impauriti

č il tempo dei predoni
il bottino dei semplici
č sempre magro

dall' alto madre natura
osserva impaurita

l' elegante delfino
non invidierā mai
l' intonato gorgheggiare
del merlo

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Il tempo dei germogli

Tornerò,
in una sera di maggio,
al vecchio casolare,
cercando tra mura imbrunite
profili di volti e di voci.

Mia madre vedrò,
seduta nell'ombra del fico,
i capelli allentati,
il volto ormai stanco:
una statua nel crepuscolo dorato
che addormenta i fossati.

E forse, in stanze
annerite dai giorni,
scoprirò le impronte
dell 'aspra fatica,
nell 'odore usato del pane,
nel basilico fresco dell 'orto.

Ci saranno viole appassite
in un bicchiere, ad asciugare
e canteranno antiche nenie
i cipressi,
colmando le vuote stagioni.

Tra nidi e ginestre,
mio padre, avvezzo al silenzio
che ovatta il ricordo, gli affetti,
persino il dolore,
verrà.

E si perderà lo sguardo
nella dolcezza di veglie,
di semplici gesti,
scomparsi in rughe di terra.

Così, mi sorprenderà
il tempo dei germogli,
nella penombra antica delle cose,
tra le mie rose
selvatiche di bosco...

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Passione mia

Alla Dea speme sempre mi volsi,
misero era il mio cammino.
Da quel pensier non mi distolsi,
camminavo sempre a capo chino.
A tarda età 1'occasion colsi,
primiero sarà il mio destino.
E così nell'età tardiva,
la mano mia versi ne compiva.
Tanti libri ebbi reciclato,
girando così da polo a polo.
Al cassonetto avean gettato,
sembravo il cantor nel brolo.
I versi miei ebbi consegnato,
scomparso fu l' antico duolo.
Scrissi versi con sani pensieri.
Pensando così al sommo Alighieri!

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Come le foje(in dialetto vicentino urbano)

Go consumà
li sassi de chea strada
col córe che me sconcassava el pèto
par chel amore
che portavo drento
e che te conossevi solo ti.
Sognavo de far chei passi insieme
man te la man soto chei salgàrin,
col vento tra i cavéj e i oci lustri
par chea febre ca me vegnéa da ti.
Par sempre, par la vita mi e ti.
Ma e robe xe 'ndà difarente,
e, come foje distacà dal vento
a semo 'ndà ognun pa' la so sòrte
anca se in un canton del sarvélo
o drento naltri,
un tochetelo de bronsa xe restà.

Traduzione: "Come le foglie"

Ho consumato
i ciotoli di quella strada
con il cuore che mi sconquasava il petto
per quell'amore
che mi portavo dentro
e conoscevi solo tu.
Sognavo di passeggiare assieme
mano nella mano sotto a quei salici,
con il vento fra i capelli e gli occhi lucidi
per quella febbre che mi veniva da te.
Per sempre, per la vita io e te.
Ma le cose sono andate diversamente,
e, come foglie staccate dal vento
abbiamo seguito ognuno la sua sorte
anche se in un cantuccio del cerveillo
o dentro a noi,
un pezzettino di brace e rimasta.

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Vorrei...

Vorrei essere grande come il mare
e cancellare dal mondo tutto il male.
Vorrei essere il sole
per mandare solo amore
con i miei raggi
scalderei tutti i villaggi.
Vorrei essere un fiore
per aprire il cuore
a chi di amore ha bisogno
perchè non sia solo un sogno.

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La vita dei perchč

Perchè la vita è così breve?
Perchè!
Nella vita ci sono così tante emozioni
e dispiaceri?
Perchè?
Perchè nella vita ci sono così tanti perchè?
Forse perchè, se non ci fossero i perchè non ci sarebbe la vita,
la conoscenza,
la libertà,
ma forse non ci sarebbe neanche la guerra;
ma...
...se non ci fosse la guerra ora non ci sarebbe neanche la libertà,
e se mancassero la conoscenza
e la libertà
forse la vita non sarà mai quella che sarà.

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Sotto la pergola

Il tempo aveva fermato
sulle tue labbra un brivido d' azzurro
e godevo le nostre ore fugaci
in un delirante desiderio di baci
per suggellare il nostro patto d'amore.

Rivedo i nostri volti silvani
nella penombra gioiosa della sera
sotto la pergola ombrosa
del casolare natio.

Al riflesso dell' ultimo sole
i tuoi occhi cangianti
avevano arcobaleni di luce
come una festa di iridescenti
lapislazzuli incastonati
in uno scrigno segreto.

La pergola (ricordi?) carica d'uva
"zibibbina" spandeva nell'aria
un aroma dolciastro e le api fluttuanti
in riti danzanti gareggiavano
a farle la corte tra i pampini
mossi dalla brezza marina.

Così, teneramente m' accostavo
ai tuoi turgidi seni di donna
procace e ad occhi socchiusi
sognavo morbide carezze
infiniti attimi di speciale languore...

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