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La Villa Schiff

La storia di questa Villa è strettamente legata alla famiglia Giorgini, una delle più illustri di Montignoso, di origine lucchese. Giovanni Sforza, nelle sue "Memorie storiche di Montignoso", così scrive:

"Negli atti civili del Podestà di Montignoso, trovansi più volte ricordati i Giorgini, e molti dei loro nomi leggonsi pure negli atti del Parlamento. Ma di questo cognome contavansi parecchie famiglie in Montignoso anche nel secolo decimoquinto, nemmen legate tra loro per vincoli di parentela... Una di siffatte casate, fu di larghissimo censo, venne ascritta alla cittadinanza lucchese ed ebbe per insegna una torre merlata in campo d'oro con tre monti verdi e due rose rosse".

Le prime notizie attendibili (documentate dallo stesso Sforza e dall'Abate Batolommeo Bertocchi), si riferiscono ad un certo Giorgio Giorgini di Nicolao che ebbe un figlio nel 1713 - Nicolao, che morì in giovane età, il cui figlio, Gio Giorgio, nato nel 1739, ricevette numerosi incarichi pubblici e il grado di capitano, molti furono i suoi figli, quasi tutti morti piccoli, fra quelli che sopravvissero è d'obbligo ricordare Nicolao Giorgini che oltre a ricoprire importanti cariche a lui affidategli dalla Repubblica Lucchese, fu anche Prefetto di Massa dal 1807 al 1809.

Tutte queste generazioni vissero nella villa, allora di più modeste dimensioni, come si può dedurre dal catasto delle proprieta' dei Giorgini, redatto dall' agrimensore Giò Bertocchi nell'anno 1745 per conto del Cap. Gio Giorgio Giorgini.
Nella planimetria si ha una descrizione delle proprietà Giorgini ed in particolare della Villa che si presenta ancora come una semplice casa di abitazione.
Dal disegno si può notare che l'edificio era già di dimensioni apprezzabili ed era costituito da un volume centrale a tre piani coperto a capanna, da un volume laterale a torre e da volumi secondari con funzioni di servizio (es. metato-essiccatoio).
Nella descrizione che il Bertocchi allega alla planimetria, si legge inoltre a proposito dell'edificio:

"...una casa di continua abitazione, separata da qualunque altra, divisa in più stanze, con piazza sostenuta da volte al pari del secondo piano della casa, con metato contiguo, corte murata da ponente verso la strada et altra corte con piazza e scala di pietra dalla parte di settentrione dove è l'entrata".

Il fatto che l'ingresso avvenisse attraverso la scala in pietra fa presumere che il piano terra non fosse utilizzato come abitazione.

Tornando alla storia della famiglia, fu il Cap. Gio Giorgio Giorgini che realizzò il primo impianto della villa come si presenta attualmente. Queste modifiche furono apportate intorno all'anno 1764, come attesta la data scolpita sulla chiave del portone d'ingresso di Via Fondaccio e come si può dedurre nello scritto dell'Abate Bartolommeo Bertocchi, nei "Ragguagli storici di Montignoso di Lunigiana", dove riferendosi alle "fabbriche" di particolare interesse fatte di nuovo o rimodernate nel secolo XVIII, dice "...quella del Sig. Giorgio Giorgini fu rimodernata ed ampliata con fabbrica nuova."
Non esistono ulteriori documenti che attestino la realizzazione dei lavori e che descrivano gli interventi, se non quelli citati.

Il documento successivo recuperato è quello del Vecchio Catasto già del 1837 dove si può osservare la pianta della villa e anche un primo intervento per la costruzione del parco.
Poichè non ci sono notizie di modifiche rilevanti alla struttura della villa dopo il 1764, si presume che la pianta del 1837, sia la stessa del 1764. A favore di questa tesi testimonia il fatto che Nicolao, figlio di Giorgio, nato nel 1773, non fa menzione, nella sua biografia, di altri interventi significativi alla villa.

Dal 1874 circa, la villa subì sicuramente delle modifiche , comprovate da un disegno recuperato in un libretto di spese, di cui è difficile una datazione precisa; in questo disegno, che riproduce la piantina del primo piano compaiono, oltre alla distribuzione dei vani, anche i nominativi delle persone alle quali erano destinate alcune stanze.
Risultano evidenti i riferimenti:

  1. ad un certo Colonnello, che sicuramente era figlio di Gaetano, Giorgio (1816 - 1894), unico nella famiglia Giorgini ad aver raggiunto quel grado militare, che rifornì, a Orbetello, di armi e munizioni Garibaldi durante la spedizione dei Mille;
  2. a Giorgino (1853 - 1899), sicuramente figlio di Gianbattista e nipote del suddetto colonnello.

Da questi dati si presume che la datazione della piantina riportata nel documento risalga a quell'arco di tempo compreso fra il 1860 e il 1865.
Si nota in questa un ampliamento nel lato sud con l'inserimento di un nuovo vano, certamente presente a livello dei tre piani, determinando cos' l'aspetto attuale della facciata principale della villa. A testimonianza di ciò depone il rilievo dei muri, il cui spessore, in questa parte è inferiore rispetto alle altre pareti, quindi di costruzione più recente.

Nessuna modifica sembra si possa attribuire a Giambattista, figlio di Gaetano, che nato nel 1819 che dopo gli studi in giurisprudenza presso l'Università di Pisa, insegnò a Siena, a Pisa. Sposò nel 1846, Vittoria Manzoni, (figlia di Alessandro Manzoni) dalla quale ebbe tre figli, fra cui Matilde nel 1860.
Casa Giorgini fu in quegli anni frequentata da molti dei più illustri personaggi del tempo, tra cui il Rosmini.
Nel 1893, si ritirò a Montignoso presso la figlia Matilde, dove morì nel 1908.

Fu proprio Matilde che ristabilì la sua residenza a Montignoso dal momento delle sue nozze con Roberto Schiff, tedesco di Francoforte; negli anni precedenti infatti, la villa era stata usata prevalentemente come casa di vacanze e non come abitazione vera e propria.
Matilde intervenne sulla villa ristrutturandola e arricchendola con fregi e ornamenti, riordinò inoltre il parco, valorizzandolo e contribuendo in questo modo a dare un aspetto nobile all'edificio. Questi lavori, si collocano nell'arco di tempo che va dal gennaio 1901 al settembre 1902, come si legge in un elenco dei fatti significativi della vita dei Giorgini, recuperato nel loro archivio.

A seguito del terremoto del 7 settembre 1920, fu ancora Matilde che effettuò dei lavori di ristrutturazione e piccoli ampliamenti; si sa con certezza che furono incatenati tutti muri principali, sostituiti alcuni solai, demolita parte della terrazza e costruita la serra.
L'ampliamento riguarda invece la parte posteriore della villa dove vennero ricavati ambienti di servizio. Questi lavori vennero ultimati nell'anno 1925, come si può dedurre da una lastra di marmo murata all'esterno della serra, su cui è scolpita la data di costruzione.

Durante il periodo della seconda guerra mondiale, la villa fu abbandonata quasi del tutto dai Giorgini, in quanto il primo figlio di Matilde, Ruggero, morì nel gennaio del 1940 e la stessa nel giugno dello stesso anno; il figlio Giorgio fu costretto a fuggire in Francia a seguito delle persecuzioni fasciste.

Dal luglio 44 all'aprile 45, sulla Linea Gotica (gotica perchè fra il V e VI secolo su quella stessa linea fu arrestata l'invasione dei Goti), si attestarono le truppe tedesche che resistettero per nove mesi all'avanzata alleata. Fu in tale periodo che si stabilì nella villa il Comando tedesco, rendendola oggetto di frequenti bombardamenti e determinandone un ulteriore degrado.
Dopo il ritiro delle forze armate la famiglia Giorgini riprese il possesso della villa, dando mano al restauro dell'edificio nell'ano 1959. Oltre una ristrutturazione generale, il tetto fu modificato allo scopo di inserire l'ascensore, realizzando una terrazza atta a consentire l'accesso alla gabina di manovra. Inoltre per ampliare ed illuminare maggiormente il salone del primo piano fu abbattuta una parte, realizzando al suo posto una trave in ferro.
Questo ora descritto è l'ultimo intervento prima che la villa passasse ad altra proprietà ed infine al comune di Montignoso che decise di trasferivi la sua sede.

Ernesta Rappelli